Su Tv7 parliamo di tutela delle pensioni

Previdenza e fisco | Servizi TV

01/06/2023



Ospite Giancarlo Pegoraro, segretario regionale Fnp Veneto

A luglio chi percepisce una pensione molto bassa rischia di avere una brutta sorpresa: verranno finalmente erogati gli incrementi aggiuntivi per le pensioni minime stabiliti con la Legge di Bilancio, ma solo il 44% dei pensionati “poveri” veneti li percepirà (vedi il comunicato stampa a questo link). Una circolare dell’Inps, infatti, chiarisce che questi trattamenti non possono essere applicati alle pensioni di natura assistenziale. Ma non erano stati presentati così a dicembre. Abbiamo approfondito questo e altri temi legati al sistema previdenziale nell’ultima puntata di Parliamo di…, andata n onda il 27 maggio e che qui potete rivedere, con ospite il segretario regionale Fnp Veneto Giancarlo Pegoraro,

 

APPLICAZIONE DEGLI INCREMENTI AGGIUNTIVI PER LE MINIME

A luglio, dopo sei mesi di attesa, verranno erogati con gli arretrati alle pensioni minime gli incrementi aggiuntivi rispetto alla rivalutazione del 7,3% e transitori (valgono solo per il 2023) previsti dalla legge di bilancio. Sono di due tipi:

  • +1,5% per le pensioni fino a una volta il trattamento minimo percepite da pensionati con età inferiore a 75 anni. Questo provvedimento era stato presentato a dicembre come “rivalutazione al 120% delle minime”.
  • +6,4% per le pensioni fino a una volta il trattamento minimo percepite da pensionati con età pari o superiore a 75 anni. Questo provvedimento era stato presentato a dicembre come “pensioni minime a 600 euro per gli over 75”.

Una circolare recente dell’Inps ha chiarito che da questi incrementi sono escluse le pensioni di natura assistenziale, quindi la platea, già esigua, si ridimensiona e di molto: in Veneto le pensioni fino a 500 euro lordi al mese sono ca 87.600 (6,8% del totale), gli importi aggiuntivi andranno a circa 38.500 persona (il 3% del totale). Considerando la stessa discriminante, meglio va agli over 75: i beneficiari in Veneto saranno circa 12mila, il 78% degli over 75 totali con una pensione mensile fino a 500 euro.

È giusto che gli anziani che hanno una pensione minima, o inferiore alla minima, sappiano che non tutti avranno questi incrementi. E rinnoviamo l’appello a controllare bene il cedolino a luglio: se ci sono dubbi rivolgetevi al nostro patronato Inas Cisl (numero verde 800 249 307).

NON SI GIOCA SULLE PENSIONI

Per la Fnp è l’ennesima conferma che sulle pensioni non si devono fare facili proclami, ma mettersi seriamente attorno a un tavolo per portare avanti in modo strutturato e parallelo sia riforma previdenziale che riforma fiscale. Invece sulla prima sentiamo solo parlare di flat tax, della seconda non si parla più.

A proposito di tasse, i pensionati italiani sono i più tassati d’Europa e su di loro (e sui lavoratori) grava la maggior parte dell’imposizione Irpef con una ulteriore disuguaglianza: i pensionati sono proporzionalmente tassati di più, perché non possono detrarre molte spese! Se ai pensionati fossero applicate le stesse regole del lavoro dipendente, il fisco incasserebbe circa 11,9 miliardi di euro in meno!

PREVIDENZA

La Fnp dice due cose chiaramente e da tempo.

La prima è che chi è in pensione deve avere la garanzia di mantenersi con quella pensione, quindi deve avere la certezza di vedere la pensione rivalutata pienamente.

Il fatto che le rivalutazioni ogni anno siano parziali per i pensionati con una pensione lorda superiore a 2.100 euro al mese crea il messaggio distorto che sopra quella soglia siano tutti ricchi.

La seconda è che chi lavora deve poter sapere qual è il suo orizzonte previdenziale: il patronato Inas ha calcolato che nel 2023 ci sono 57 modi diversi di andare in pensione: è ammissibile avere un sistema così arzigogolato? Servono meccanismi certi di flessibilità in uscita in ragione del principio che non tutti i lavori sono uguali