Abusi nella casa di riposo di San Donà, Spi Fnp e Uilp Veneto valutano la possibilità di costituirsi parte civile

Abusi nella casa di riposo di San Donà, Spi Fnp e Uilp Veneto valutano la possibilità di costituirsi parte civile

Comunicati Stampa | Notizie di cronaca

23/03/2023



I sindacati dei pensionati rilanciano anche la necessità di avviare subito la riforma delle Ipab e rafforzare i Comitati degli ospiti

San Donà di Piave, 23 marzo 2023. «Dopo le violenze e i maltrattamenti scoperti e denunciati nella Rsa Monumento ai Caduti, stiamo valutando la possibilità di costituirci parte civile al processo contro gli autori degli abusi». È questo l’annuncio dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del Veneto di fronte ai gravi reati commessi nella casa di riposo sandonatese ai danni di alcuni anziani ospiti. In tale contesto, Spi, Fnp e Uilp lanciano le loro proposte per scongiurare nuovi fenomeni di violenza nelle Rsa del Veneto, dalla riforma delle Ipab al rafforzamento dei comitati degli ospiti con una presenza capillare delle organizzazioni sindacali rappresentative dei pensionati a livello territoriale. 

«Condanniamo con la massima fermezza le violenze, gli abusi e i maltrattamenti perpetrati da alcuni operatori nella Rsa “Monumento ai caduti” di San Donà verso gli ospiti, di cui ancora non si sa il numero - incalzano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl), Debora Rocco (Uilp Uil) - Quanto riportato nelle cronache dei giornali ci racconta di orrori indicibili ai danni di persone fragili e indifese, inflitti da coloro cui erano stati affidati. Una realtà degenerata in cui sono prevalsi la sopraffazione e l'abuso in tutta la loro disumanità. Come diciamo da sempre, le Rsa sono luoghi estremamente delicati per la presenza di persone non autosufficienti, fragili e che hanno bisogno di cure e di servizi che tengano sempre in primo piano l’umanità dell’approccio e della relazione. La pandemia, che ha aggravato una situazione già fortemente compromessa evidenziando tutte le criticità del sistema, non ha certamente aiutato l’attenzione ed il monitoraggio di quanto avviene».

Da qui, nasce la prospettiva da parte di Spi, Fnp e Uilp regionali di costituirsi parte civile nel processo contro gli operatori sociosanitari violenti. «Questi atti criminali - proseguono le segretarie dei sindacati dei pensionati del Veneto - non possono trovare alcuna giustificazione. Tuttavia da anni denunciamo le condizioni di lavoro dentro quelle strutture, trasformatesi nel tempo in lungodegenze, con organici insufficienti e carichi di lavoro estremamente pesanti». 

Le organizzazioni sindacali tornano dunque a chiedere la riforma delle Ipab - per la quale hanno già organizzato innumerevoli manifestazioni e lanciato moltissimi appelli (finora inascoltati) alla Regione -, al fine di colmare il grave ritardo che vede il Veneto fanalino di coda nel Paese.

«Vogliamo garantire il mantenimento di una forte centralità pubblica dei servizi - spiegano da Spi, Fnp e Uilp - inserendo queste strutture pienamente nell’ambito della programmazione e della gestione socio-sanitaria e assistenziale del territorio per non lasciare al “libero mercato” o al “campanile” la programmazione delle strutture necessarie». 

Per quanto riguarda l’organizzazione interna e la selezione dei lavoratori, invece, «vanno rivisti, attraverso una vera discussione con chi rappresenta i lavoratori e gli anziani, gli standard di personale indispensabili per garantire la “presa in carico” necessaria degli ospiti e va rivista la programmazione dei corsi di formazione e di studio per l’aumento di giovani che si formano in queste professioni». Non solo. Secondo i sindacati, «va realizzato l’aumento, sia del numero che del valore, delle impegnative di residenzialità, sia per sgravare le famiglie e sia per evitare l’odiosa contrapposizione tra aumento delle rette e garanzia degli organici. E vanno rivitalizzati, anche adeguandone le funzioni, i Comitati degli ospiti, prevedendo, come chiediamo da tempo, la partecipazione delle organizzazioni sindacali rappresentative dei pensionati a livello territoriale».

I terribili abusi perpetrati nella casa di riposo “Monumento ai Caduti” confermano inoltre la necessità di costituire un tavolo di confronto stabile tra Regione e rappresentanze degli enti, dei lavoratori, dell’utenza, con l’obiettivo di monitorare costantemente la qualità e la quantità dei servizi offerti agli anziani ospiti delle strutture residenziali.

Naturalmente, concludono Elena Di Gregorio, Tina Cupani e Debora Rocco, «l’indignazione e lo sgomento per le violenze nella Rsa del sandonatese non possono far venir meno il grande ringraziamento che va alle migliaia di lavoratori e lavoratrici che giornalmente svolgono con attenzione e dedizione il loro compito e che non possono e non debbono essere infangati dall'orrore emerso».