L'inflazione "azzera" le rivalutazioni

L'inflazione

Previdenza e fisco

27/11/2020



I calcoli del Sole 24 Ore a seguito del decreto del ministero del Lavoro

In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il decreto del ministero del Lavoro sulla perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1 gennaio 2021, il valore della percentuale di variazione (anno 2020) e valore definitivo della percentuale di variazione (2019). La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2019 è determinata in misura pari a 0,5 dal 1 gennaio 2020. Per il 2020, invece, è determinata in misura pari a 0,0 dal 1 gennaio 2021, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di  perequazione per l'anno successivo.

In pratica l'anno prossimo gli assegni previdenziali non aumenteranno per effetto dell'inflazione. L'Istat, infatti, ha comunicato che la variazione dell'inflazione di riferimento stimata per il 2020 rispetto al 2019 è di - 0,3%: pur ipotizzando per gli ultimi tre mesi dell'anno (di cui non si hanno i valori definitivi) variazioni pari a +0,1% in ottobre, 0,0% in novembre e +0,2% in dicembre. Tuttavia, secondo l'articolo 1, comma 287, della legge 208/2015, l'adeguamento degli importi degli assegni pensionistici non può essere negativo e pertanto il valore provvisorio relativo al 2020, che si applica nel 2021, è stato fissato a zero.

Ci sarà comunque un micro aumento, probabilmente riconosciuto nell'assegno del prossimo mese di gennaio, in quanto la variazione applicata in via provvisoria quest'anno è stata dello 0,4% rispetto al 2019, mentre il valore definitivo è di +0,5%. Quindi verrà riconosciuto uno 0,1% calcolato sugli importi erogati quest'anno.

(fonti: Agi e Il Sole24Ore)