Su TV7 parliamo di sanità in lockdown

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23/11/2020



Ospite Vanna Giantin, segretaria generale Fnp Veneto

Veneto in fascia gialla "plus" dal 14 novembre, sanità regionale in fase arancione (o fase 4) dal 6 novembre: la seconda ondata di contagi da Covid-19 cresce e trova un territorio preparato ad affrontarla al meglio solo sulla carta. Ci sono stati in questi mesi i potenziamenti delle infrastrutture sanitarie, ma il nodo resta il blocco dell'attività ordinaria e la carenza di organico, che incide pesantemente soprattutto sulle case di riposo. E la stagione fredda porta anche lo spauracchio dell'influenza: c'è stata la corsa al vaccino, che però è già esaurito e bisogna attendere settimane per il prossimo rifornimento. Insomma, in questo lockdown a colori c'è da vedere nero? Ne ha parlato la segretaria generale della Fnp Veneto Vanna Giantin nella puntata di "Parliamo di..." andata in onda il 14 novembre, e che qui potete rivedere.

Nel corso della trasmissione si è tornati a parlare dei rischi che un blocco totale della sanità ordinaria comporterebbe. Al momento il piano di emergenza della Regione prevede una sua forte riduzione, per liberare posti letto da eventualmente convertire in posti di terapia intensiva, e liberare personale da dirottare su pazienti Covid. Ma questa situazione crea una forte preoccupazione alla Fnp, poiché una ricerca congiunta con Spi e Uilp del Veneto ha dimostrato che questa primavera le conseguenze del lockdown, con un blocco totale della sanità ordinaria, hanno inciso più del Covid stesso sui decessi degli anziani fra lo stop alle visite ambulatoriali e specialistiche e agli screening.

Il grande nodo irrisolto della sanità veneta, che ha le radici in anni di programmazione non oculata, è la carenza di organico, infermieri (ne mancano 8mila) e operatori socio-sanitari (ne mancano 2mila): i numeri sono il frutto di una ricerca della Cisl Veneto. In questa seconda ondata ciò è ancora più evidente perché l'emergenza, diventata nazionale, ha fatto sì che non ci sia più personale in supporto da altre regioni.

 Questa carenza è particolarmente sentita nelle case di riposo, dove abbiamo superato i 1100 morti da inizio epidemia, e gli ospiti si trovano di nuovo in una condizione di isolamento. Come sindacato lamentiamo una scarsa trasparenza della Regione sulla effettiva gestione dei contagi nelle case di riposo, e lamentiamo una scarsa incisività nel garantire un minimo di socialità agli ospiti: è tutto a discrezione delle direzioni sanitarie.

In questo contesto non ci lascia tranquilli la situazione dei vaccini antinfluenzali: sembra che non ce ne siano per tutti. Da fonti di stampa sappiamo che la Regione ha comprato 1.360.830 dosi di vaccino antinfluenzale, ampliabili fino a 1.567.000, per una spesa di 8.304.037 euro, ma sono disponibili a scaglioni. Dopo la prima tranche di vaccinazioni, portata a termine tra il 14 e il 22 ottobre, c'è stata una nuova dotazione a inizio novembre, esaurita subito.