Case di riposo: «Basta annunci. Alla Regione chiediamo interventi immediati e resoconti puntuali»

Comunicati Stampa

16/10/2020



In molte Rsa permangono problemi di sicurezza e di organico: Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp Uil del Veneto lamentano poca trasparenza su quanto effettivamente sia stato fatto in questi mesi

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

Case di riposo, i sindacati dei pensionati: «Basta annunci. Alla Regione chiediamo interventi immediati e resoconti puntuali per scongiurare nuove stragi»

In molte Rsa permangono problemi di sicurezza e di organico adeguato

Venezia-Mestre, 16 ottobre 2020 - «La Regione non può più perdere tempo con annunci e promesse vane sulle case di riposo. Questo è il momento di agire, è finito il tempo degli spot! Va rafforzata subito la presenza di personale sanitario e assistenziale affinché gli ospiti siano seguiti al meglio, e affinché questi anziani non si ritrovino di nuovo chiusi senza l'affetto dei familiari all'interno delle strutture in questi momenti di rinnovata emergenza epidemiologica». I sindacati dei pensionati del Veneto Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil tornano a lanciare l'allarme sulle case di riposo per scongiurare che riaccada ciò che è successo nei primi mesi di diffusione del virus, quando più di 800 ospiti sono deceduti in totale solitudine.

Un allarme giustificato dal fatto che la Regione annuncia interventi, ma non è trasparente sulla loro attuazione. Prendiamo i test rapidi per i visitatori nelle case di riposo, che dovevano cominciare il 12 ottobre: «A quanto ci risulta questa procedura non è ancora operativa in tutte le strutture, ma intanto è servita al presidente Zaia per avere i soliti titoli a caratteri cubitali sui giornali. Non è più il momento della propaganda, la campagna elettorale è finita!», commentano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil)». Non solo, ancora dalle segnalazioni che arrivano ai sindacati, ci sono Rsa che in questi mesi non si sono attrezzate per affrontare la temuta seconda ondata: «Ci sono strutture che non garantiscono i percorsi di isolamento per prevenire la diffusione del virus, che non hanno dispositivi di sicurezza in quantità sufficiente, che non si sono organizzate per consentire le visite dei famigliari», denunciano i sindacati -, «se a febbraio eravamo impreparati, ora non ci sono più alibi e la Regione ha la responsabilità di quanto avviene dentro le strutture per anziani». Per Spi, Fnp e Uilp la comunicazione tra ospiti e familiari deve essere una priorità, anche utilizzando supporti tecnologici, perché le relazioni affettive sono indispensabili per l'esistenza delle persone anziane e dei loro famigliari.

 Secondo Spi, Fnp e Uilp, non c'è più tempo da perdere: non possiamo permettere una nuova ecatombe. Infatti, nel trimestre marzo-aprile-maggio 2020, sono aumentati del 23% le morti di anziani veneti ultrasettantacinquenni rispetto allo stesso periodo del 2019. Un vero e proprio dramma che non possiamo dimenticare. «La Regione intervenga subito in modo urgente, strutturato e soprattutto trasparente», concludono i sindacati, «non vogliamo ritrovarci ancora una volta a contare i morti fra i nostri anziani. Palazzo Balbi ci ascolti pima che sia troppo tardi».