Riforma Ipab, i sindacati tornano in piazza

Riforma Ipab, i sindacati tornano in piazza

Attività sindacali

15/10/2019



La Regione ancora non propone la legge di riforma: il 22 ottobre presidio davanti a Palazzo Balbi

Dopo decine di presidi in tutto il Veneto e davanti al Consiglio Regionale, dove i sindacati erano stati ricevuti solo dai consiglieri di minoranza, sembrava che dalla Regione durante l'estate fosse arrivata un'apertura: l'assessora Manuela Lanzarin aveva dichiarato che la riforma delle Ipab sarebbe stata inclusa in un più ampio ridisegno dell'assistenza territoriale. Ma ancora non c'è un testo da valutare e la legislatura ormai è agli sgoccioli. Per questo i sindacati, a quasi 5 mesi dal primo, tornano a far sentire la loro voce con un presidio martedì 22 ottobre alle 11 stavolta davanti a Palazzo Balbi: è ora di chiamare in causa direttamente l'intera Giunta e il suo Presidente.

La battaglia per la riforma delle Ipab è portata avanti unitariamente da Cgil, Cisl e Uil del Veneto con le sigle della funzione pubblica, dei servizi e dei pensionati. Si tratterebbe “solo” di applicare una legge dello Stato vecchia di quasi 20 anni, è la 328/2000, cosa che solo il Veneto e la Sicilia non hanno fatto. La mancata riforma delle Ipab ha causato negli anni una strisciante privatizzazione, la riduzione dei posti disponibili, un abbassamento della qualità dei servizi per le persone anziane e disabili, l'aumento delle rette ed un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti.

Quello che chiedono i sindacati è che le Ipab rimangano strutture pubbliche, e che vengano rimossi tutti quegli ostacoli che le rendono più costose nella gestione rispetto alle case di riposo private. Poi, è necessario che la Regione assegni più impegnative alle Ipab e aumenti la quota a carattere sanitario.

 

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