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Attività sindacali | Servizi TV

19/11/2021



Ospite Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, a seguito dell'assemblea nazionale del 17 novembre

Quando i sindacati dei pensionati chiedono una riforma previdenziale, una riforma fiscale, una riforma del Servizio sanitario nazionale e una legge quadro sulla non autosufficienza, chiedono alla politica di fare scelte che siano finalmente lungimiranti, nell'interesse di tutta la popolazione. È, infatti, profondamente sbagliato e strumentale continuare a dipingere i pensionati come una categoria privilegiata, mettendo i giovani contro i vecchi. Questo è stato ribadito il 17 novembre a Roma, all'Audiorium Parco della Musica, durante l'assemblea unitaria nazionale di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. Di questo evento la segretaria generale Fnp Veneto Tina Cupani parla nella prossima puntata di "Parliamo di...", in onda dal 20 novembre al 3 dicembre, e che si potrà rivedere anche su questa pagina.

L'ASSEMBLEA NAZIONALE UNITARIA DEL 17 NOVEMBRE

I pensionati sono la categoria che da anni regge il welfare delle famiglie con il loro aiuto concreto e il loro sostegno economico e che, in particolare, in questi quasi 2 anni di pandemia ha permesso che non esplodesse una bomba sociale. Proprio per questo le riforme che i sindacati chiedono da anni sono diventate ancor di più attuali e urgenti: la recente disponibilità del Governo a discuterne è stata accolta favorevolmente. Ma la mobilitazione è solo agli inizi. (vedi fotogallery a questo link)

Il comunicato stampa unitario nazionale di Spi, Fnp e Uilp a questo link.

L'intervento integrale del segretario generale nazionale della Cisl Luigi Sbarra a questo link.

PREVIDENZA E RIFORMA PREVIDENZIALE

Della discussione in corso sulla previdenza, per il rifinanziamento di alcune forme di flessiblità in uscita, abbiamo parlato ampiamente nella scorsa puntata di "Parliamo di...", che si può rivedere a questo link.

La novità è che dalle ultime interlocuzioni col Governo emerge che da dicembre inizierà un confronto coi sindacati specifico sulla riforma previdenziale. Gli obiettivi a lungo termine sono evitare lo scalone che un ritorno alla Fornero "pura" (67 anni e 20 di contributi) provocherebbe, e superare le storture che quella legge contiene. Inoltre, vanno studiate forme certe e strutturali di uscita anticipata: vanno stabilizzate Ape sociale e Opzione donna, e creare un sistema che non sia ogni anno una "Quota X" da finanziare.

Le proposte dei sindacati sono note:

  • in pensione a partire dai 62 anni o, prescindendo dall’età, con 41 anni di contributi.
  • istituire una pensione contributiva di garanzia per i giovani, cioè per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, la cui generazione è caratterizzata da redditi più bassi e discontinuità lavorativa.
  • riconoscimento pensionistico del lavoro di cura, oggettivamente scaricato di più sulle spalle delle donne (es. un anno di contribuzione per ogni figlio).
  • allargare il perimetro dei lavori gravosi ai fini della flessibilità in uscita
  • tutela del potere d'acquisto dei pensionati: ritorno alla rivalutazione piena delle pensioni e allargamento della platea dei beneficiari della 14esima (al momento circa 400mila pensionati in Veneto con almeno 64 anni e una pensione solo da lavoro inferiore ai 13mila euro lordi/anno).
  • Rilancio della previdenza complementare, attraverso l'obbligo che sia però accompagnato anche da incentivi affinché sia sostenibile.

FISCO E RIFORMA FISCALE

La novità è che il Governo vuole confrontarsi prima con i sindacati su come utilizzare gli 8 miliardi a disposizione nella legge di bilancio 2022 per la riduzione fiscale.

Secondo i sindacati le aziende hanno già avuto molto in questi mesi e, quindi, chiedono che siano destinati tutti alla riduzione del cuneo fiscale sui dipendenti e sui pensionati, anche perché la ripartenza dei consumi passa dalla capacità di restituire potere d’acquisto ai redditi da lavoro dipendente e da pensione. Emerge anche la disponibilità ad avviare un confronto per una più ampia riforma del fisco.

In Veneto la spesa per le pensioni è di 25 miliardi, 6 ritornano allo Stato in tasse. Un quinto dei pensionati, 247mila, è nella no tax area (reddito fino a 8.125 euro lordi l'anno). Ricordiamo anche che sulle pensioni italiane c'è un'imposizione più elevata rispetto agli altri paesi europei.

RIFORMA SANITARIA

Il Covid ha evidenziato tutte le fragilità del sistema socio-sanitario e sottolineato quanto sia fondamentale la sanità territoriale. Emerge dal confronto nazionale la necessità di investire il più possibile sull'assistenza domiciliare. Noi in Veneto abbiamo servizi territoriali sopra la media nazionale, tuttavia anche nella nostra regione ci sono grandi criticità da risolvere. In generale registriamo in tema socio-sanitario ottime leggi, con applicazione però discontinua.

LEGGE QUADRO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA

Avere Regioni che sulla gestione della non autosufficienza procedono ciascuna per modo suo non ha senso. È necessaria una legge nazionale in cui siano stabiliti criteri uniformi sia per il riconoscimento della non autosufficienza, sia per i servizi essenziali da erogare.

Oggi in Italia i non autosufficienti sono 3 milioni, di cui più della metà anziani over 70. E saranno 5 milioni entro il 2030, fra pochissimo. Nel 2020 le famiglie hanno speso 7 miliardi per un sostegno nel lavoro di assistenza a un non autosufficiente: la disabilità è una delle cause principali di povertà.

Qualche azione che chiediamo:

  • riforma della residenzialità, a partire dalla riforma delle Ipab che il Veneto non ha ancora fatto (gli istituti devono rientrare nel sistema socio-sanitario territoriale)
  • aumento delle impegnative di residenzialità, in numero e in importo
  • potenziare l'assistenza domiciliare per chi può essere assistito a casa

Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino al 3 dicembre nella grafica.