In molte case di riposo venete continua l'isolamento affettivo degli ospiti

In molte case di riposo venete continua l'isolamento affettivo degli ospiti

Comunicati Stampa | Osservatori RSA

25/05/2021



I sindacati dei pensionati scrivono al prefetto Zappalorto per un intervento. Dalla Lombardia un'iniziativa da replicare

La reticenza di molte case di riposo a dare piena applicazione all'ordinanza dell'8 maggio del Ministero della Salute, che riapre alle visite dei famigliari degli ospiti, è inaccettabile. Come è inaccettabile che la Regione si sia limitata a trasmettere l'ordinanza, senza controllare cosa sarebbe poi successo. Per questo i sindacati dei pensionati veneti Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno scritto al prefetto Vittorio Zappalorto, in quanto coordinatore di tutte le prefetture venete, per chiedere un intervento affinché la situazione si sblocchi in modo definitivo.

«Le Rsa, grazie alla campagna vaccinale, sono diventate un luogo sicuro», considerano le segretarie generali venete Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil), «consentire agli ospiti di rivedere i propri cari, nel rispetto delle norme di sicurezza, è un atto di umanità che non può aspettare oltre. Ed è anche un atto di salute pubblica: per molti anziani si sta prolungando un isolamento affettivo dai risvolti psicofisici dannosi». Nel ricordare al dott. Zappalorto che proprio il Veneto ha coordinato il gruppo di lavoro della Conferenza delle Regioni sulle linee guida per la riapertura delle case di riposo, i sindacati dei pensionati lamentano che, a ordinanza firmata, «la Regione non ha dato contestualmente chiare indicazioni per la sua applicazione ed è evidente che non ha intenzione di impegnarsi affinché ciò avvenga. Nonostante i nostri molteplici solleciti, la Regione continua a sottrarsi al confronto sulle riaperture ai familiari».

Per una volta, poi, il Veneto primo della classe dovrebbe guardare alle buone iniziative adottate da altri. Spi, Fnp e Uilp, infatti, hanno segnalato al prefetto che la vicina Regione Lombardia si fa carico dei tamponi necessari per la Certificazione Verde. A un soggetto basta presentare al punto vaccinale l'autocertificazione, con indicato il giorno in cui ha prenotato la visita al proprio famigliare ospite in casa di riposo, per fare il test a carico del SSR.