Cosa c'è da sapere sulla riapertura delle case di riposo ai famigliari

Osservatori RSA | Servizi TV

11/05/2021



Ne parla anche la segretaria generale Fnp Veneto Vanna Giantin nell'ultima puntata di "Parliamo di..." su TV7

Come abbiamo già sottolineato in un intervento unitario (che potete leggere a questo link), l'ordinanza dell'8 maggio del ministro della Salute Roberto Speranza riapre le case di riposo alle visite dei famigliari degli ospiti con in pratica due sole eccezioni: in caso di focolai non gestibili, o di zona rossa. Questo significa che le strutture devono adeguarsi alle linee guida che danno tutte le indicazioni per far svolgere le visite in sicurezza (ordinanza e linee guida sono in allegato).

È da sottolineare che, da un punto di vista dei comportamenti, queste non differiscono di molto dalle indicazioni già date nella primavera scorsa (e che potete rileggere a questo link), la grande novità è che consentono un contatto fisico fra gli ospiti e i famigliari ove questo sia possibile. Quanto agli accessi, è necessario che i famigliari abbiano la Certificazione Verde così come introdotta dall'ultimo decreto legge (ciclo vaccinale completato, avvenuta guarigione dal Covid o tampone negativo nelle 48 ore antecedenti).

In sintesi le linee guida dicono che:

  • resta la discrezionalità della Direzione sanitaria della struttura
  • necessaria la Certificazione Verde Covid-19
  • al massimo 2 visitatori per ospite, con programmazione delle visite a durata definita per evitare assembramenti
  • favorire le visite all'aperto
  • l'ospite può uscire dalla struttura con specifica autorizzazione

Della necessità di riaprire le case di riposo ai famigliari, e dell'impegno del sindacato in queste settimane per raggiungere questo obiettivo, ha parlato anche la segretaria generale Fnp Veneto Vanna Giantin nell'ultima puntata di "Parliamo di..." andata in onda l'8 maggio e che qui potete rivedere. L'analisi parte dal fatto che la seconda ondata ha colpito pesantemente anche le case di riposo, tuttavia la priorità data a queste strutture nelle vaccinazioni ha portato alla riduzione di casi, isolamenti, ricoveri e decessi nelle Rsa del 95%. E secondo i dati divulgati settimanalmente dal Governo, nelle Rsa oltre l'88% degli ospiti ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino.

I numeri, quindi, ci dicono che le case di riposo sono state messe in sicurezza da un punto di vista sanitario. Ora è necessario che agli anziani venga data la possibilità di rivedere i propri cari: l'isolamento sta provocando danni psicologici e relazionali gravissimi su persone già in una condizione di fragilità. È lo steso Istituto Superiore di Sanità nel rapporto a sottolinearlo nel rapporto "Assistenza sociosanitaria residenziale agli anziani non autosufficienti: profili bioetici e biogiuridici", pubblicato il 10 marzo (in allegato): «Il distanziamento fisico e sociale in diverse tipologie di disabilità riguardanti anche gli anziani, amplificando la condizione di separazione tra il dentro e il fuori della struttura, espone la persona a un rischio maggiore di percezione di tale isolamento come un abbandono da parte di familiari, conoscenti o amici. È noto come tale situazione possa condizionare anche l’effetto delle cure mediche rendendole meno efficaci o portare al loro rifiuto»

Come sindacato vigileremo affinché le apertura siano reali ed effettive. E chiediamo anche trasparenza su alcune informazioni che ci mancano per avere una visione completa del quadro: quanti degli ospiti in casa di riposo non sono vaccinati a causa di patologie incompatibili coi vaccini? Come si stanno attrezzando le strutture per tutelarli? In che modo stanno lavorando gli operatori non vaccinati delle case di riposo? In che modo la Regione intende fare vigilanza?

Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino al 21 maggio nella grafica.