È necessario rilanciare l'occupazione femminile di qualità

È necessario rilanciare l'occupazione femminile di qualità

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08/03/2021



L'appello della Fnp Veneto in occasione della Giornata internazionale della donna e dell'anniversario del lockdown

Un anno fa il Veneto finiva in lockdown, seguito dal resto dell'Italia dopo poche ore. Il risultato in termini occupazionali è stato oggetto di ampio risalto: 444mila posti di lavoro persi, 101mila solo a dicembre di cui 99mila donne, tipicamente impiegate nei settori maggiormente colpiti dalla crisi. In termini pensionistici, siamo di fronte a un punto di svolta: «O questo Paese decide di impiegare lungimiranza e risorse per rilanciare l'occupazione femminile di qualità, o tra vent'anni il gender gap che c'è anche nelle pensioni non sarà superato, anzi: peggiorerà inesorabilmente», commenta Vanna Giantin, segretaria generale Fnp Veneto. Il riferimento è al fatto che il 68,4% delle circa 650mila pensionate venete percepisce una pensione bassa (dati Inps relativi al 2019).

Due generazioni diverse che, se non cambia qualcosa, condivideranno lo stesso destino di essere pensionate mediamente in difficoltà. L'assegno medio-basso per le pensionate di oggi è il frutto di minori anni di contribuzione, e di minori importi degli stessi contributi. Continua Giantin: «La mia è la generazione di donne che, se aveva un impiego, lo manteneva fino alla nascita dei figli. Impieghi che comunque venivano pagati meno degli uomini: il gender pay gap ha radici lontane. La generazione delle nostre figlie e nipoti patisce in più un precariato estremo, una grande discontinuità negli impieghi e ha difficoltà a percepire remunerazioni adeguate». Il qualcosa che deve cambiare parte dal cambio di cultura, sì, che deve tradursi però in azioni pratiche. Due suggerimenti: stretta vigilanza dell'applicazione dei contratti, affinché a parità di mansioni non si verifichino discriminazioni fra uomini e donne; politiche per la famiglia lungimiranti (basta bonus a tempo) che parlino a entrambi genitori e non solo alla madre, affinché si possa costruire un progetto di vita senza più scegliere fra lavoro e figli.

Un cambio necessario da oggi, perché il confronto europeo è impietoso: nell'ultimo rapporto Eurostat su divario pensionistico di genere e rischio di povertà dei pensionati, emerge che nel 2019 nell’Ue-27 le donne hanno percepito una pensione in media inferiore del 29% rispetto agli uomini (Italia 32%). Ma se dal 2010 il divario pensionistico di genere si è accorciato nella media europea di quasi 5 punti percentuali, in Italia è aumentato del 2%.