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Rivalutazioni delle pensioni fra blocchi e adeguamenti parziali: cronistoria
Notizie di cronaca
|
Previdenza e fisco
27/12/2018
A seguito del comunicato stampa e delle agitazioni sindacali sul tema delle pensioni pubblichiamo qui di seguito la cronistoria degli eventi che hanno interessato i pensionati
Il
decreto Salva Italia del 2011
(Monti/Fornero) ha bloccato la rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps (1.500 euro mensili lordi circa). Il blocco in Veneto all'epoca ha interessato
circa 470mila pensionati
(su un totale di circa 1,3 milioni) che nei due anni di funzionamento
hanno perso una intera mensilità
.
Il
governo Letta nella finanziaria 2014
ha reintrodotto le rivalutazioni delle pensioni con
percentuali parziali
e peggiorative (in vigore fino al 31 dicembre del 2018) per i titolari di trattamenti oltre tre volte il minimo. Per effetto del Salva Italia, poi, la base di calcolo partiva "ribassata". Abbiamo calcolato che ciò ha comportato per quei 470mila pensionati veneti una
perdita per il triennio 2014-2016 di 140,5 milioni di euro
.
Nell'
aprile del 2015 la Corte Costituzionale
(sentenza num. 70) ha dichiarato illegittimo il decreto Salva Italia, e la risposta del Governo Renzi è stata il decreto legge 65/2015, denominato
"bonus Poletti"
: invece di un rimborso pieno, è stato dato ad
agosto 2015
un rimborso parziale una tantum, a esclusione dei pensionati con un trattamento oltre 6 volte il minimo.
La
legge di bilancio 2019
stabilisce che invece di tornare alla perequazione pre 2011, come da scadenza del provvedimento di Letta, per i pensionati da oltre 1500 euro lordi al mese ci saranno altri 3 anni di trattamento con adeguamenti parziali all'inflazione.
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