La previdenza che vogliamo: torniamo a chiedere la rivalutazione piena di tutte le pensioni

Previdenza e fisco | Servizi TV

17/10/2025



Abbiamo portato nei nostri spazi televisivi un approfondimento sulla riforma previdenziale che auspichiamo, soprattutto ora che comincia il confronto sulla prossima Legge di Bilancio

 

Come pensionati Cisl Veneto abbiamo sintetizzato in 4 volantini tematici quelli che riteniamo essere gli argomenti di più grande interesse per la popolazione anziana in queste settimane intense, che ci vedranno come sindacato impegnato, a livello locale e nazionale, nel confronto con i candidati alla presidenza del Veneto per le prossime elezioni regionali e con il Governo per la prossima Legge di Bilancio. I 4 grandi temi sono la previdenza, il fisco, la tutela della sanità pubblica e la gestione della non autosufficienza. Nell’ultima puntata di Parliamo di… su TV7 (can. 19), in onda il 17 ottobre e che potete rivedere in questa pagina, abbiamo spiegato di quale riforma previdenziale abbiamo bisogno. In studio il segretario regionale Fnp Cisl Veneto Giancarlo Pegoraro e il coordinatore del Dipartimento Previdenza del nostro sindacato Francesco Bisognano.

BISOGNA SEPARARE NEL BILANCIO INPS LE VOCI “PREVIDENZA” E “ASSISTENZA”

Una premessa d’obbligo: le pensioni sono una retribuzione differita, e il nostro è un sistema solidaristico. Significa che chi lavora oggi, “mantiene” chi non lavora, cioè i minori fino a 14 anni e i pensionati. La spesa previdenziale complessiva gestita dall’INPS ha raggiunto i 364 miliardi di euro a fine 2024, circa il 16,9% del PIL. L’Unione Europea ritiene che la spesa previdenziale di uno Stato non debba superare il 15% del PIL. Il nostro problema è che l’INPS attinge dalla stessa “borsa” per erogare le prestazioni previdenziali e le prestazioni assistenziali (che pesano per circa il 20% sul bilancio totale), per questo “sembra” che l’Italia spenda troppo per le pensioni, quando in realtà il versamento delle pensioni è pienamente coperto dai contributi.

L’importo medio delle pensioni sta aumentando nel tempo perché, mediamente, i nuovi pensionati ci arrivano dopo una carriera lavorativa completa, tuttavia in un futuro non lontano arriveranno alla pensione lavoratori con una carriere lavorativa interamente nel sistema contributivo. Parallelamente, dai dati Inps, emerge che negli ultimi dieci anni le pensioni assistenziali sono cresciute del 33%, più delle prestazioni strettamente previdenziali. Ecco, quindi, che si rende necessario separare le voci, affinché la previdenza sia coperta dalla contribuzione e l’assistenza dalla fiscalità generale. Senza questa distinzione avremo sempre una percezione falsa della spesa delle pensioni, e una scorretta gestione delle risorse.

VOGLIAMO PIENA INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI (RIVALUTAZIONE)

Anche qui una premessa: l’inflazione certificata ogni anno dall’Istat non corrisponde all’inflazione reale, con un costo della vita di gran lunga superiore a qualsiasi percentuale di rivalutazione che il Governo decide di anno in anno di applicare alle pensioni. La perequazione, infatti, è il modo in cui lo Stato dovrebbe garantire ai pensionati la tutela del potere d’acquisto delle loro pensioni, rivalutandole ogni anno per agganciarle all’inflazione. Da più di 30 anni i Governi che si sono succeduti hanno trovato in ogni Legge di Bilancio soluzioni creative (li abbiamo definiti “meccanismi di sterilizzazione”) per non farlo, penalizzando gli importi ritenuti medio-alti.

Fino al 2022 questi importi medio-alti erano le pensioni oltre a 3 volte il trattamento minimo (oggi 1.810 euro al mese lordi). Con grandi battaglie sindacali abbiamo fatto in modo che le penalizzazioni colpissero gli importi superiori a 4 volte il trattamento minimo (oggi 2.413 euro al mese lordi). In questo modo, in Veneto abbiamo ampliato la fascia protetta, quella con perequazione garantita al 100% del tasso di rivalutazione, dal 54% dei pensionati al 72,6%. Ma il nostro obiettivo resta sempre quello della rivalutazione piena per tutti.

IL TESTO DEL NOSTRO VOLANTINO

RIFORMIAMO LA PREVIDENZA

Basta slogan sulle pensioni!

Le pensioni non sono una variabile di bilancio su cui discutere solo a ogni Manovra, facendo dichiarazioni sui giornali o sui social media. È urgente, invece, una riforma strutturale che tenga insieme i diritti di chi è già in pensione e le prospettive di chi oggi lavora. Una riforma che sia fondata sui dati per essere equa, e che passi attraverso il confronto serio e tecnico con il sindacato.

Noi chiediamo:

  • la piena indicizzazione delle pensioni
  • un rafforzamento della quattordicesima per i redditi bassi
  • la separazione e la distinzione tra previdenza e assistenza
  • il ripristino di Opzione Donna nella sua versione originaria
  • una pensione di garanzia a tutela delle carriere lavorative fragili e discontinue
  • una previdenza complementare davvero accessibile

Cosa dobbiamo fare in Veneto

La progressiva desertificazione dei servizi riguarda anche il difficile accesso agli sportelli dell’Inps. Non siamo contrari alla digitalizzazione dell’istituto, ma questa transizione non è adeguatamente accompagnata, lasciando ai margini chi non ha dimestichezza con gli strumenti o chi non può essere aiutato nell’usarli. Le soluzioni, che vediamo trovare, “scaricano” su soggetti terzi questo compito. In Cisl possiamo contare sui professionisti del nostro patronato INAS, ma dobbiamo pretendere che le istituzioni locali a tutti i livelli si impegnino a tutelare e difendere la prossimità di tutti i servizi.