Cosa ci dice la ricerca scientifica sulla prevenzione e sull’invecchiamento

Salute e Prevenzione | Servizi TV

25/07/2025



Abbiamo dedicato a questi temi l’ultima partecipazione della stagione a TV7 con voi – speciale sera, con il contributo del BioAgingLab dell’Università di Padova

Partendo dai presupposti che in età anziana si trattano problemi perlopiù nati in gioventù, e che la vita (anche lavorativa) è più lunga, nell’ultima nostra partecipazione a TV7 con voi – speciale sera del 1° luglio abbiamo approfondito il tema della prevenzione dal punto di vista della ricerca scientifica, ce ci sta permettendo di conoscere meglio i fattori di invecchiamento del nostro corpo, con un discostamento tra età anagrafica ed età biologica. In studio Gianni Fabbian, segretario regionale Fnp Veneto, e la prof.ssa Sofia Pavanello, docente di Medicina del lavoro e responsabile del nuovo BioAgingLab dell’Università di Padova

UN QUADRO SULL’INVECCHIAMENTO

Oggi gli anziani in Veneto sono un quarto della popolazione (24,1%), tra 10 anni saranno più di un terzo (34,9%). È da sottolineare che l’invecchiamento è anche una questione di genere: la percentuale di donne aumenta all’aumentare della fascia d’età. Basta guardare ai cosiddetti grandi anziani: oggi in Italia gli uomini ultraottantenni sono 1,7 milioni, le donne 2,8 milioni.

Viviamo più a lungo (81,4 anni gli uomini - 85,5 le donne) ma non in salute: le principali malattie croniche compaiono dai 45 ai 64 anni in un caso su 10. Anche qui c’è una preoccupante differenza di genere: le donne cominciano ad avere limitazioni all’autonomia molto presto, attorno ai 56 anni. Un ulteriore elemento sociale da tenere in considerazione è la solitudine delle persone anziane, come combinazione dell’invecchiamento e della presenza di famiglie sempre meno numerose: già oggi ci sono in Veneto oltre 360mila anziani che vivono soli.

INVECCHIAMENTO E MONDO DEL LAVORO

L’invecchiamento della popolazione è un tema che impatta fortemente il mondo del lavoro e la salute dei lavoratori maturi. I numeri, fonte Istat, parlano chiaro: nel 2004 i lavoratori tra i 50 ed i 64 anni erano 4,5 milioni su una forza lavoro di 21,9 milioni di italiani (20,5%). Nel 2024 diventano 8,9 milioni su un totale di 24,1 (38,5%). Un trend che crescerà anche a livello europeo: in un secolo (1960-2060) l’età media dei lavoratori europei passerà da 31 a 46 anni. Oggi, 2025, l’età media dei lavoratori europei è 44,5.

L’INVECCHIAMENTO ATTIVO

I pilastri dell’invecchiamento attivo sono da OMS partecipazione, salute (screening, vaccinazioni, corretto uso dei farmaci, attività fisica, alimentazione sana) e sicurezza. La ricerca ci sta insegnando che l’invecchiamento biologico è un processo dinamico e in parte reversibile. Scelte consapevoli in termini, appunto, di alimentazione, attività fisica, gestione dello stress, qualità del sonno e prevenzione precoce possono rallentare i meccanismi alla base del deterioramento cellulare e funzionale.

L’invecchiamento attivo è stato uno dei temi dell’indagine tra gli iscritti Fnp Veneto, condotta per il congresso 2025. La Fnp ha una platea mediamente sensibile a questo tema, ma ci sono informazioni utili sulle problematiche che affrontano gli anziani. Per esempio, il 43,5% fa controlli medici regolari (ogni 6 mesi) e il 50,9% partecipa settimanalmente a eventi sociali o attività di gruppo (ma il 32% mai). Per il sindacato sono interessanti le risposte date dagli iscritti su cosa impedisce loro di avere una regolare attività fisica o sociale: i problemi di salute sono al primo posto, ma ci sono anche fattori esterni (costi, presenza e accessibilità delle proposte etc.) che spingono la Fnp a monitorare ancora di più i servizi effettivamente presenti nel territorio con la negoziazione sociale.