Salute e Prevenzione | Servizi TV
03/07/2024
Ospiti Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, e il dott. Vincenzo Di Francesco, direttore dell'unità operativa di Geriatria dell'Azienda ospedaliera universitaria di Verona
La depressione è una malattia riconosciuta, anche se non
sempre subito riconoscibile: cosa succede quando essa avviene in età avanzata?
E perché si parla proprio di depressione senile come un tipo specifico di
depressione? . Nel segmento curato dalla Fnp Veneto a TV7 con voi –
speciale sera, andato in onda l’1 giugno e che qui potete rivedere,
abbiamo approfondito questo tema molto delicato, intrinsecamente legato alla
qualità di vita che la società riesce a garantire ai suoi anziani. Molto
delicato anche perché i sintomi depressivi qualche volta sono anticipatori
dell’insorgenza di demenza senile.
In studio Tina Cupani,
segretaria generale Fnp Veneto, e in
collegamento il dott. Vincenzo Di
Francesco,
direttore dell'unità operativa di Geriatria dell'Azienda
ospedaliera universitaria di Verona. Di seguito sintetizziamo le informazioni
principali condivise in trasmissione. In caso di interesse raccomandiamo la visione intera del segmento.
DEPRESSIONE E
DEPRESSIONE SENILE
L’Organizzazione
Mondiale della Sanità definisce la depressione uno dei quattro “giganti” della geriatria (gli altri sono
cronicità, l’alterazione della motilità e l’alterazione cognitiva). La
sorveglianza continua Passi d’Argento dell’Istituto Superiore di Sanità
riporta una stima preoccupante: in Italia, infatti, si stima che 10 ultra 65enni su 100 soffrano di sintomi depressivi,
e percepiscano compromesso il proprio benessere psicologico per una media di 17
giorni in un mese.
E c’è una correlazione con la salute fisica: in chi ha
sintomi depressivi, infatti, la percezione della propria salute risulta
compromessa: il 40% riferisce di sentirsi “male o molto male” (40%) o appena
“discretamente” (47%).
L’ISOLAMENTO
SOCIALE È IL FATTORE DI RISCHIO PRINCIPALE
Il pensionamento può essere un momento molto critico per un anziano:
la perdita di un ruolo sociale “produttivo” dato dall’avere un lavoro,
accompagnata da un drastico cambiamento di routine che intacca anche le
relazioni interpersonali, può essere un passaggio problematico se la persona,
di suo, non ha coltivato o non comincia a coltivare altri interessi. Inoltre, con l’invecchiamento la rete sociale e
amicale si riduce, a causa di lutti più frequenti: al dolore per la perdita
di un amico o di un familiare corrisponde un aumento di rischio della
solitudine.
Passi d’Argento riporta
ancora una volta dati allarmanti: il 16% degli anziani intervistati dichiara
che, nel corso di una settimana normale, non ha avuto contatti, neppure
telefonici, con altre persone e ben il 76% riferisce di non aver frequentato
alcun punto di aggregazione (come un centro anziani, la parrocchia, circoli o
associazioni). Complessivamente il 15%
degli intervistati riferisce di non aver fatto né l’una né l’altra e di
fatto ha vissuto in una condizione di isolamento
sociale.
I CAMPANELLI D’ALLARME DELLA
DEPRESSIONE
Come detto, la
depressione non è sempre riconoscibile e, per quanto riguarda gli anziani, alcuni segnali possono essere facilmente fraintesi con altre patologie o
situazioni contingenti. Nel corso della trasmissione il dott. Di Francesco
ha indicato sostanzialmente tre
comportamenti da tenere in considerazione che, se si verificano, possono
essere segnali dell’insorgenza di sintomi depressivi e, quindi, vale la pena
coinvolgere il proprio medico curante per valutare degli approfondimenti.
Il primo è la tendenza all’isolamento, la perdita di
interesse all’avere dei rapporti sociali. Il secondo è il fastidio o l’apatia nelle occasioni di interazione sociale, per
esempio quando un nonno o una nonna non dimostra contentezza nel vedere i
nipoti. Il terzo è trascurare
l’alimentazione.
La depressione,
come tutte le malattie, si può curare. Ma prima bisogna arrivare a una diagnosi
corretta.