Su TV7 parliamo di legge di bilancio e pensionati

Previdenza e fisco | Servizi TV

07/12/2022



Ospite Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto

Migliorare la Manovra, contrattare le riforme”: è con questo spirito che la Cisl si riunirà il 15 dicembre a Roma, per incalzare parlamentari e politici sui dossier migliorativi già proposti dal sindacato in tema di lavoro, crescita, sanità e politiche sociali e, ovviamente, pensioni (si veda il volantino allegato). La legge di bilancio, infatti, già comprende numerosi provvedimenti promossi dal sindacato, ma vanno apportate ancora molte correzioni: il tempo stringe e la Cisl farà la sua parte per direzionare il percorso parlamentare. Nella prossima puntata di “Parliamo di…”, che andrà in onda dal 10 al 20 dicembre, cerchiamo di sintetizzare in che modo la Manovra, per come è scritta oggi, impatterà direttamente sulla vita dei pensionati, a partire dall’ennesima modifica al meccanismo delle rivalutazioni.

RIVALUTAZIONI DAL 2023

Con il tasso di rivalutazione fissato dal MEF al 7,3% (molto alto ma comunque inferiore all’inflazione effettiva), era prevedibile che il Governo tentasse di revisionare in senso peggiorativo il meccanismo, e così è stato. I sindacati sono amareggiati perché il meccanismo ora in vigore era stato da loro voluto e faticosamente ottenuto quest’anno dopo 10 di battaglie: fra tutti i meccanismi che non prevedono la rivalutazione piena per tutte le fasce, infatti, è quello più equo.

Per come è scritta la Manovra, il passaggio dal “meccanismo Draghi” al “meccanismo Meloni” prevede:

  • una rivalutazione all’8,8% (7,3%+1,5%) delle pensioni minime, cioè quelle fino a 525,38 euro. Gli effetti di quel +1,5% decadono il 31 dicembre il 2023;
  • non cambia la rivalutazione piena (100%) al 7,3% delle pensioni fino 2.101,53 euro lordi, cioè fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • da 2.101,53 euro lordi si passa da 2 a 5 percentuali di rivalutazione;
  • da 2.101,53 euro lordi la rivalutazione è calcolata sull’intero importo della pensione, e non più su fasce “modello Irpef”.

Il nuovo meccanismo comporta un’ovvia perdita per le pensioni medie e alte, a partire da 30 euro al mese (quasi 400 euro l’anno considerando la quattordicesima).

I DETTAGLI DEI MECCANISMO DRAGHI E MELONI

Il Meccanismo Draghi prevede il calcolo delle rivalutazione secondo tre percentuali, applicate per fasce/scaglioni “modello Irpef”:

 100% tasso rivalutazione per pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione 2023 se restasse: 7,3% alle pensioni fino a 2.101,52 euro)

 90% tasso rivalutazione per pensioni da 4 a 5 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione 2023 se restasse: scaglione precedente + 6,57% per la parte di pensione da 2.101,53 a 2.626,90 euro)

 75% tasso rivalutazione per pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione 2023 se restasse: scaglioni precedenti + 5,48% per la parte di pensione superiore a 2.626,90 euro)

Nella bozza di legge di bilancio 2023, con il Meccanismo Meloni vengono cambiate le percentuali di rivalutazione. Inoltre, decade il “modello Irpef”: a partire da 4 volte il trattamento minimo, la percentuale di rivalutazione corrispondente viene applicata sull’intero importo della pensione, e non a fasce/scaglioni.

 100% tasso rivalutazione per pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione: 7,3% alle pensioni fino a 2.101,52 euro)

 80% tasso rivalutazione per pensioni da 4 a 5 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione: 5,84% sulle pensioni intere da 2.101,53 euro a 2.626,90 euro)

 55% tasso rivalutazione per pensioni da 5 a 6 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione: 4,015% sulle pensioni intere da 2.101,53 euro a 2.626,90 euro)

 50% tasso rivalutazione per pensioni da 6 a 8 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione: 3,65% sulle pensioni intere da 2.626,91 euro a 4.203,04 euro)

 40% tasso rivalutazione per pensioni da 8 a 10 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione: 2,92% sulle pensioni intere da 4.203,05 euro a 5.253,80 euro)

 35% tasso rivalutazione per pensioni da 10 volte il trattamento minimo INPS

(Applicazione: 2,555% sulle pensioni intere a partire da 5.253,81 euro)

Per le pensioni fino a una volta il trattamento minimo viene riconosciuto un ulteriore incremento per la rivalutazione: +1,5% per tutto il 2023, tredicesima compresa.

COME INFLUISCONO IN VENETO

In Veneto le pensioni minime sono poco più di 87mila: avranno la rivalutazione all’8,8%. Il 72% (930mila) dei pensionati veneti è sotto i 2.000 euro lordi: per loro la rivalutazione sarà piena e, di fatto, una conferma del meccanismo già in essere. Il 13% (166mila persone) è fra i 2.000 e i 2.500 euro lordi: non sono pensioni ricche, tutt’altro, ma si comincia a colpire lì. Il 20% (263mila) ha pensioni sopra i 2.250 euro lordi e vedranno percentuali di rivalutazione molto più basse.