Su TV7 parliamo di pensioni tra tasse e inflazione

Previdenza e fisco | Servizi TV

24/06/2022



Ospite Giancarlo Pegoraro, segretario regionale Fnp Veneto

I pensionati italiani sono tassati più dei lavoratori, e anche il confronto europeo li penalizza: 30% in più di prelievo fiscale rispetto alla media europea. Inoltre, 30% è anche la percentuale di quanto le pensioni hanno perso in potere d’acquisto in 20 anni di meccanismi di rivalutazione parziali o bloccati. In questo periodo di forte aumento dei prezzi, tutelare le fasce più deboli è fondamentale, ma interventi emergenziali non sono sufficienti: dobbiamo arrivare a riformare strutturalmente il fisco e la previdenza. Ha approfondito il tema Giancarlo Pegoraro, segretario regionale Fnp Veneto, nell'ultima puntata di "Parliamo di...", andata in onda il 18 giugno e che qui potete rivedere.

PENSIONE E INFLAZIONE: NODO RIVALUTAZIONI

In Veneto i pensionati sono 1,2 milioni: 1 su 3 percepisce 1.000 euro lordi/mese, il 52% 1.500 euro lordi/mese. Il reddito medio annuo è di 19.656 euro, che pone il Veneto a metà nella "classifica" nazionale. Nel 2022, dopo anni di battaglie, si è ritornati alla legge 388/2000, la legge Prodi. In assoluto il sistema meno peggiorativo per i pensionati, anche se prevede comunque scaglioni e rivalutazioni parziali per le pensioni oltre 4 volte il trattamento minimo (da circa 2.100 euro lordi/mese in su).

Ma 20 anni di sistemi più penalizzanti della legge Prodi o addirittura di blocco delle indicizzazioni hanno provocato una perdita del 30% del potere d'acquisto. Inoltre, il tasso di inflazione per la rivalutazione delle pensioni è deciso a fine anno per l'intero anno successivo: per il 2022 è dell'1,7%, che comporta un aumento delle pensioni medie di circa 300 euro, aumento già bruciato dal caro bollette e dalla fiammata inflazionistica di questi mesi.

PENSIONI E TASSE: IL CONFRONTO COI LAVORATORI E CON GLI ALTRI PENSIONATI EUROPEI

La riforma delle aliquote in vigore da quest'anno porterà nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno un risparmio per i pensionati della fascia media di circa 200 euro (leggi il comunicato stampa a questo link), ma restano due dati di fatto. Il primo è che, non potendo portare in detrazione molte spese, un pensionato paga in tasse molto più di un lavoratore a parità di reddito. Se il reddito dei pensionati fosse tassato con le stesse regole del lavoro dipendente, il fisco incasserebbe circa 11,9 miliardi di euro in meno. Il secondo è che i pensionati italiani sono i più tassati d'Europa. Nei paesi Ue ci sono, poi, sistemi diversi sia di tassazione (in Germania si tassa il 50% del reddito pensionistico, per es.) sia di rivalutazione.

OLTRE GLI INTERVENTI EMERGENZIALI: VOGLIAMO LE RIFORME STRUTTURALI

Per la Fnp ogni azione è utile, quindi ben vengano interventi emergenziali come il bonus 200 euro (leggi il comunicato stampa a questo link) e il bonus sociale per il caro bollette (leggi l'articolo di approfondimento a questo link). Ma per la tenuta sociale del nostro Paese alcune riforme strutturali non sono più rimandabili.

Serve una riforma fiscale complessiva, a beneficio sia delle pensioni che del lavoro dipendente: la revisione delle aliquote è necessariamente un inizio, che beneficerà le pensioni medie, ma bisogna rivedere complessivamente la tassazione sulle pensioni.

Serve intervenire sul lavoro di qualità: una retribuzione dignitosa porta a una pensione dignitosa, ma la questione è molto più ampia del solo salario minimo di cui si dibatte ora (leggi il comunicato stampa a questo link).

E serve separare nel bilancio dell'Inps le voci per spese assistenziali e spese previdenziali, perché creano la falsa idea che l'Italia spende troppo in pensioni. Se si considerano i trattamenti con una contribuzione alle spalle, le pensioni rappresentano l'11% del Pil, sotto la media europea. Le necessarie prestazioni assistenziali, insomma, devono essere coperte dalla fiscalità generale.

Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino al 28 giugno nella grafica.