Politiche di Genere | Salute e Prevenzione
21/11/2022
La Fnp Veneto ha organizzato il 17 novembre un convegno al quale hanno partecipato le ricercatrici del Centro di riferimento dell’Istituto superiore di sanità
Quando si tratta di malattie, uomini e donne sono diversi. Saperlo, fa la differenza nei percorsi di prevenzione, diagnosi e cura. Questa è, in sintesi, la medicina di genere, una nuova visione che si sposa perfettamente con l’obiettivo della medicina personalizzata, il cui potenziamento (ora è una realtà solo in ambito oncologico) è scritto anche nel PNRR. Di questo si è parlato giovedì 17 novembre al convegno “Medicina personalizzata, sì ma di genere”, organizzato dalla Fnp Veneto, che ha visto la partecipazione di due ricercatrici del Centro di riferimento per la medicina di genere: la dott.ssa Rosa Vona e la dott.ssa Marina Petrini. Nella video intervista che potete vedere in questa pagina e a questo link, la dott.ssa Vona spiega cos’è la medicina di genere e perché è importante.
COS’È LA MEDICINA DI GENERE
Uomini e donne si ammalano in modo diverso e rispondono alle cure in modo diverso. La medicina di genere, quindi, studia l’impatto del sesso (cioè degli aspetti biologici diversi tra uomo e donna) e del genere (cioè gli aspetti sociali e gli stili di vita legati all’essere uomo o donna, per es. il lavoro di cura tipicamente associato alle donne) sull’insorgenza, incidenza, progressione, risposta ai trattamenti e prognosi delle malattie. In un certo senso la medicina di genere nasce come lotta nelle disuguaglianze per ottenere l’equità nella salute.
QUANDO “NASCE” LA MEDICINA DI GENERE
Di medicina di genere si è cominciato a parlare negli anni Novanta, quando uno studio americano sull’infarto rilevava come uomini e donne andassero incontro a cure diverse, tardive molto spesso per le donne, perché presentavano sintomatologie diverse. Mentre per gli uomini, infatti, il dolore al braccio sinistro era già universalmente riconosciuto come segnale di infarto in corso, nelle donne l’insorgenza dell’attacco è accompagnata da dolore diffuso all’addome, nausea, sudorazione eccessiva. Sintomi “dubbi” che non venivano subito associati all’infarto determinando un ritardo nella diagnosi.
Da quel primo studio la medicina di genere ha fatto molta strada, anche se a fatica. Anche perché non si tratta di una nuova specialità, ma di un approccio diverso e trasversale che coinvolge tutte le branche della medicina. Un approccio che richiede, innanzi tutto, ricerca. Anche in campo farmacologico: uomini e donne sono diversi anche nella risposta alle cure, ma ancora oggi le donne sono spesso sottorappresentate nei trial clinici sull’efficacia dei farmaci.
COME SI “APPLICA” LA MEDICINA DI GENERE
Il Centro nazionale di riferimento per la medicina di genere dell’ISS nasce nel 2017. L’Italia nel 2018 ha emanato, prima in Europa, una legge (la 3/2018) che garantisce l’inserimento del parametro "genere" nella medicina, prevedendo l’inclusione di questa specifica nella sperimentazione clinica dei farmaci, nella definizione di percorsi diagnostico-terapeutici, nella comunicazione ai cittadini, nella formazione di studenti e nell’aggiornamento dei professionisti della salute.
La legge ha previsto anche la redazione di un Piano per la medicina di genere: in questo Piano è prevista la costituzione di un Osservatorio per la medicina di genere presso l’Istituto superiore di sanità (costituito a fine 2020 e operativo dal 2021), che funge da cabina di regia per l’operatività che metteranno in campo le Regioni, ciascuna delle quali avrà un suo referente.
UN ESEMPIO DI RICERCA: STRESS E SALUTE DEL CAREGIVER FAMILIARE
La dott.ssa Marina Petrini è la responsabile del progetto di ricerca “Stress e salute del caregiver familiare”, che la Fnp Veneto ha deciso di supportare. La ricerca ha l’obiettivo di individuare i rischi per la salute, mentale e fisica, che corrono le persone che si prendono cura quotidianamente di un familiare non autosufficiente, e quali di questi rischi sono condizionati dal genere. Tutti i dettagli sono nel comunicato stampa a questo link, e nella video-intervista alla dott.ssa Petrini che si vede nella stessa pagina o a questo link.
A questo link la gallery con alcune immagini dal convegno.
Al tema dedicheremo anche la prossima puntata di “Parliamo di…” su TV7, in onda dal 26 novembre al 6 dicembre.