Su TV7 parliamo della Finanziaria 2022 e cosa c'è di buono per i pensionati

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21/12/2021



Ospite Giancarlo Pegoraro, segretario regionale Fnp Veneto

Nella manovra in discussione in Parlamento c'è molto per gli anziani. Non c'è tutto quello che i sindacati vorrebbero, ma come pensionati della Cisl diciamo che i provvedimenti previsti sono un buon primo passo. A partire dall'abbassamento delle tasse, al ritorno alla legge Prodi per le perequazioni, ai finanziamenti aumentati per la non autosufficienza. La strada è ancora lunga, ma i risultati si ottengono stando ai tavoli di confronto con il Governo. Confronto che per la Fnp è fondamentale anche per disegnare la riforma previdenziale e la riforma della sanità territoriale. Abbiamo approfondito tutto questo nell'ultima puntata di "Parliamo di...", andata in onda il 18 dicembre e che qui potete rivedere, con ospite Giancarlo Pegoraro, segretario regionale Fnp Veneto.

RIFORMA FISCALE

Con la revisione delle aliquote e l'aumento della no tax area da 8.125 a 8.500 euro l'anno, ai pensionati veneti resteranno 176 milioni di euro in più (cfr. il comunicato stampa a questo link). È una riforma che beneficia soprattutto la fascia medio-bassa dei pensionati, con ricadute positive anche per gli scaglioni successivi.

Dal 2022, infatti, la no tax area passa da 247.400 pensionati a 250mila, che corrisponde a circa 5 milioni di euro in meno di Irpef non versata. La riduzione delle aliquote da 5 a 4, e soprattutto l'abbassamento dell'aliquota dal 27% al 25% per la fascia di reddito 15-28mila euro comporta un minor gettito da parte dei pensionati veneti di 171 milioni di euro.

Ma ci sono ancora questioni aperte: bisogna trovare soluzioni migliorative per la fascia bassa (fino ai 15mila euro, 260mila pensionati in Veneto), per la quale ora non cambia nulla. Bisogna evitare una "sbavatura" della no tax area, e cioè quella di non poter portare in detrazione le spese sanitarie, che sono una voce molto gravosa per gli anziani. Infine, bisogna aumentare la platea dei beneficiari della 14ma: ci sono troppi paletti per riceverla, e infatti la ricevono pochi pensionati, nell'ordine dei 250mila.

RIVALUTAZIONI

Dopo 10 anni di battaglie, che hanno visto sempre i sindacati dei pensionati in prima fila, si ritorna al sistema della legge 388/2000, la legge Prodi. Anche questo prevede rivalutazioni parziali per scaglioni, ma è finora in assoluto il sistema meno peggiorativo per i pensionati, che in questi 10 anni hanno subito perdite di reddito ormai non più recuperabili.

Il ministero dell'Economia ha stabilito per il 2022 un tasso di inflazione dell'1,7%: ciò porterà nel complesso aumenti di circa 300 euro annui per le pensioni medie (per il 2021 il tasso d'inflazione era pari a 0). Inoltre, cambia l'ammontare del trattamento minimo: da 515,58 euro al mese al 524,34.

NON AUTOSUFFICIENZA

Lo stanziamento per la non autosufficienza con la legge di bilancio passa da una proposta iniziale di 25 milioni per il 2022 e 150 milioni per il quadriennio, a 100 milioni per il 2022 e 850 milioni di euro per il quadriennio. Ora è necessario realizzare una legge quadro per la non autosufficienza, per dare al Paese criteri uniformi per la sua valutazione, e quindi per l'assistenza da erogare.

Oggi in Italia i non autosufficienti sono 3 milioni, di cui più della metà anziani over 70. E saranno 5 milioni entro il 2030, fra pochissimo. Nel 2020 le famiglie hanno speso 7 miliardi per un sostegno nel lavoro di assistenza a un non autosufficiente: la disabilità è ormai una delle cause principali di povertà. Avere, quindi, Regioni che sulla gestione della non autosufficienza procedono ciascuna per modo suo non ha senso.

 CONFRONTO FUTURO: RIFORMA PREVIDENZIALE

La mobilitazione dei giorni scorsi è servita a far ripartire anche il confronto sulla riforma previdenziale. Le richieste dei sindacati sono note: uscita dal mondo del lavoro dai 62 anni o a 41 anni di contributi; meccanismi di flessibilità certi, per consentire di progettare il proprio futuro; considerare che i lavori non sono tutti uguali, e che siamo purtroppo ancora nel pieno di una forte disparità di genere (tra gender pay gap e continuità contributiva). Infine, una pensione contributiva di garanzia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, e il rilancio della previdenza complementare.

Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino al 23 luglio nella grafica.