I problemi della campagna vaccinale su Conquiste del Lavoro

I problemi della campagna vaccinale su Conquiste del Lavoro

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04/06/2021



Intervista alla segretaria generale Fnp Veneto Vanna Giantin, che parla anche delle riaperture delle case di riposo

Ripubblichiamo l'articolo a firma di Federica Baretti, uscito il 3 giugno su "Conquiste del Lavoro", che approfondisce la campagna vaccinale in Veneto con un'intervista alla nostra segretaria generale Vanna Giantin. Di seguito il testo, in allegato la pagina

Veneto, tre milioni le dosi vaccinali somministrate

Procede spedita la campagna di vaccinazione in Veneto, circa di 3 milioni di dosi somministrate sui quasi 5 milioni di residenti in regione. Guardando le fasce d’età, fra il circa milione e mezzo di veneti over 60, oltre l'80% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. E per gli ultraottantenni il ciclo completo riguarda quasi l’85% degli anziani.

Ottima anche la risposta alla campagna vaccinale della fascia 50-59: uno su due è vaccinato, con il record della provincia di Treviso che per questa specifica fascia di età ha già raggiunto l’immunità di gregge, essendo stati vaccinati, con almeno una dose, il 68% degli over 50 (la soglia per raggiungere l’immunità è al 65%). Rimangono comunque alcune criticità, soprattutto per alcune categorie di popolazione, a partire da quella anziana, come spiega Vanna Giantin, segretaria generale della Fnp Veneto.

“Il fatto che il Comitato tecnico scientifico abbia prolungato la distanza fra prima e seconda dose di Pfizer e Moderna, dicendo che la prima in oltre l'80% dei casi conferisce già un’efficace protezione contro lo sviluppo della patologia da Covid-19 in forma grave- afferma Giantin - ci tranquillizza sull’immunizzazione degli anziani. Un dato però continuiamo a chiedere senza avere risposta: vorremmo sapere quanti, fra coloro che risultano in attesa, non sono vaccinabili per patologie incompatibili. Ci aiuterebbe a chiarire ulteriormente il quadro”.

Un secondo problema è quello riguardante la vaccinazione a domicilio e dei soggetti fragili. “Sappiamo - sottolinea la segretaria generale dei Pensionati Cisl della regionale - che in Veneto sono state attivate poco più della metà delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale, ndr) previste dalle direttive ministeriali, ma non sappiamo esattamente dove siano collocate. I protocolli con i medici di base e con le farmacie ci sono, ma non riusciamo ad avere un quadro chiaro di come stiano funzionando. Ci risultano adesioni alte fra questi professionisti, ma nella pratica riceviamo molte segnalazioni di disservizi con utenti sballottati telefonicamente da Ulss a medico e viceversa. È da febbraio che chiediamo alla Regione delle direttive chiare e omogenee per tutto il territorio per la vaccinazione a domicilio per evitare questo caos, ma non ci risulta le abbia mai fatte, demandando l'organizzazione alle singole Ulss”.

Una questione che rimanda al difficile avvio della campagna, così come alla sua gestione, secondo Giantin segnata fortemente da una sorta di “campanilismo sanitario regionale e locale”. “Da un lato l'ansia del presidente Zaia di mostrarsi primo della classe - sottolinea la segretaria - dall'altro le nove Ulss venete che hanno messo in pratica le direttive a volte in modo disomogeneo, creando confusione nell'utenza, con esiti problematici. Nel primo calendario vaccinale, ad esempio, il Veneto si era scordato degli over 90”.

Rimane infine da risolvere la questione delle visite nelle case di riposo, con l’ordinanza che le prevede che di fatto rimane disattesa nella maggior parte del Veneto. “Il problema fondamentale - spiega Giantin - è che l'ordinanza prevede che possano riprendere anche i contatti fisici, ma le case di riposo, evidentemente, sono impreparate”.