Su Tv7 approfondiamo il tema delle comunità attive e il ruolo nella prevenzione dall’invecchiamento in cattiva salute

Salute e Prevenzione | Servizi TV

14/12/2023



Ospiti Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto; Maria Trentin, Consulta regionale per l’invecchiamento attivo, e il dott. Luca Pellizzari, primario di Geriatria all’ospedale Santorso – Ulss 7

L’attività fisica è uno dei pilastri dell’invecchiamento attivo e nel Veneto essa è promossa anche con il progetto delle “comunità attive”. Abbiamo approfondito questo tema, e come si lega più in generale alla prevenzione per favorire una vecchiaia il più in salute possibile, nel segmento curato dalla Fnp Veneto a TV7 con voi – speciale sera, andato in onda il 12 dicembre e che qui potete rivedere. In studio la segretaria generale Fnp Veneto Tina Cupani, la rappresentante dei sindacati dei pensionati nella Consulta regionale per l’invecchiamento attivo Maria Trentin e il primario di Geriatria all’ospedale Santorso (Ulss 7) dott. Luca Pellizzari.

QUALE STILE DI VITA PER INVECCHIARE IN SALUTE?

I pilastri dell’invecchiamento attivo sono l’attività fisica, una sana alimentazione, la socialità e, da punto di vista sanitario, fare screening, l’immunizzazione (si veda la puntata di Parliamo di… che abbiamo dedicato all’argomento a questo link) e il corretto utilizzo dei farmaci.

Se è quasi impossibile evitare del tutto l’insorgenza di qualche patologia in vecchiaia, è anche vero che la componente genetica è molto meno influente di quel che si pensa. Uno stile di vita sano, ha ricordato infatti il dott. Pellizzari, «consente di invecchiare molto meglio, con un carico di malattia inferiore. E dove non si riesce a bloccare l’esordio della malattia, si riesce tuttavia a ritardarlo anche di 5-10 anni».

Uno stile di vita sano non riguarda solo la cura del corpo, ma anche della mente. Mantenere una vita sociale, coltivare un interesse o una passione aiutano il cervello e il sistema nervoso a mantenersi attivi. Ciò non contrasta solo il decadimento cognitivo, ma anche il lento scivolamento verso l’apatia e la solitudine.

COSA SONO LE COMUNITÀ ATTIVE

Le Comunità attive sono previste dal Piano Regionale Prevenzione 2020-2025 e costituiscono un progetto di promozione dell’attività motoria e della riduzione della sedentarietà, in un’ottica di prevenzione “che dura tutta la vita”. A inizio 2023 la Regione ha creato la “Rete regionale dei Comuni attivi”: l’iniziativa spinge gli enti locali ad attivare programmi mirati alla promozione dell’attività fisica per tutte le fasce di età, ma anche programmi di valorizzazione del contesto urbano per favorire la suddetta attività.

LA PREVENZIONE È UN INVESTIMENTO

In Veneto gli anziani “statisticamente” (over 65) sono 1.167.000 (56% donne, 44% uomini). Gli over 75 sono 607.000, mentre gli over 80 (fascia dove più facilmente si sviluppa la non autosufficienza) sono 307.000 (59% donne, 41% uomini). In proporzione, gli anziani in Veneto rappresentano quasi il 25% della popolazione.

La Fnp Veneto riconosce che la Regione mostra attenzione nei confronti della promozione della salute degli anziani, ma come sindacato si sta adoperando affinché le cornici normative, da cui derivano i finanziamenti per sostenere i progetti, siano portate a compimento in tempi brevi.

In queste settimane si intrecciano molte opportunità. La riforma regionale degli ATS (Ambiti territoriali sociali) doveva arrivare entro l’anno, ma è già slittata a gennaio. Ci sono i decreti legislativi attuativi del DDL Anziani, attesi entro fine gennaio 2024 (si riveda a questo link l’intervista al segretari generale nazionale Fnp Emilio Didonè). C’è la partita più ampia di tutti i finanziamenti previsti dalla Missione 5 (Inclusione) e 6 (Sanità) del PNRR, che vedono gli enti locali beneficiari di grandi somme.

Queste riforme insieme consentono di riorganizzare, se non fondare da zero, un vero e proprio welfare di comunità. Spesso, infatti, una persona – non necessariamente anziana - si rende conto di dover migliorare il proprio stile di vita solo quando affronta concretamente un problema. «In ottica di prevenzione», ha detto la nostra segretaria generale Tina Cupani, «la nostra preoccupazione è di due tipi: quegli anziani che sono tutto sommato ancora in salute, ma che non hanno gli strumenti di conoscenza per mantenerla in modo attivo. E quegli anziani che sono in una condizione di solitudine e di povertà, ai quali mancano le risorse».