Covid-19 e terapie intensive, l'età non è un criterio base per accedervi

Covid-19 e terapie intensive, l'età non è un criterio base per accedervi

Salute e Prevenzione

23/01/2021



Le linee guida finali degli anestesisti dicono che dev'essere considerata nel contesto della valutazione globale del paziente

Quando lo scorso anno Siaarti e Simla, le società degli anestesisti e della medicina legale, avevano stilato le prime linee guida di accesso alle cure intensive in contesto di pandemia "in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili", l'elemento età era stato considerato uno dei fattori determinanti a scegliere se un paziente poteva essere attaccato a una macchina o no. La Fnp si era espressa in modo fermamente contrario. Ora non è più così. Nel documento finale entrato ora nel Sistema Nazionale Linee Guida dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) viene precisato che l'età "deve essere considerata nel contesto della valutazione globale della persona malata".

Ciò significa che solo a parità di altre condizioni, il dato anagrafico può avere un ruolo nella valutazione globale della persona malata, in quanto con l'aumentare dell'età si riducono le probabilità di risposta alle cure intensive. Non vale nemmeno il criterio di arrivo cronologico del paziente, e non si devono fare sorteggi. Il documento parla della necessità di ricorrere al triage del paziente valutando i parametri clinico-prognostici definiti, per capire le probabilità di superare l'attuale condizione critica. I parametri sono numero e tipo di comorbilità, stato funzionale pregresso e fragilità rilevanti rispetto alla risposta alle cure, gravità del quadro clinico attuale, presumibile impatto dei trattamenti intensivi anche in considerazione dell'età del paziente, la volontà della persona malata riguardo alle cure intensive che - potendo - dovrebbe essere indagata il prima possibile.

Per approfondimento consultare le linee guida in allegato.