Liste d’attesa: in caso di ritardo la visita può avvenire in regime intra moenia al costo del ticket

Liste d’attesa: in caso di ritardo la visita può avvenire in regime intra moenia al costo del ticket

Salute e Prevenzione

15/05/2024



Lo indica una circolare del dg Sanità del Veneto: corrisponde a una parte del “percorso di tutela” che i sindacati dei pensionati avevano promosso sin dallo scorso anno

Dal 13 maggio se il CUP fissa una prestazione (visita specialistica o esame) oltre i tempi stabiliti dalla ricetta del medico, si può richiedere che essa venga erogata in regime di libera professione intramuraria a un costo pari al ticket. È scritto nero su bianco in una circolare alle Ulss, inviata dal direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto Massimo Annichiarico che, per arginare il fenomeno delle liste d’attesa, dà finalmente applicazione a una legge del 1998, nell’attesa che Regione stessa e Ulss definiscano compiutamente i cosiddetti “percorsi di tutela”. È una grande conquista per la Fnp che da più di un anno, con attività proprie, in sinergia con la Cisl e unitarie con Spi e Uilp, si è spesa per sollevare e monitorare il problema delle liste d’attesa diventato insostenibile.

IL PIANO DI RECUPERO DELLE LISTE D’ATTESA IN VENETO

Le liste d’attesa non sono una novità per il sistema sanitario nazionale e regionale, ma la loro lunghezza è esplosa a pandemia da Covid-19 conclusa, per due fattori principali: gli arretrati accumulati proprio nel biennio critico 2020/2021, e una maggior richiesta di prestazioni nel periodo successivo. Il dato condiviso dalla Regione, infatti, quando la scorsa primavera è cominciato il confronto periodico con i sindacati regionali Cgil Cisl e Uil sui temi sociosanitari, è stato che nel biennio 2022/2023 si stava registrando un aumento delle prescrizioni del 30% rispetto al biennio 2018/2019.

Aumento delle prescrizioni, carenza di personale sociosanitario, accumulo di arretrati avevano portato a quella situazione esplosiva che come sindacato dei pensionati Fnp, insieme a Spi e Uilp, avevamo registrato con il nostro sondaggio presentato la scorsa estate: su oltre 3mila questionari rivolti ai nostri iscritti, il 70% affermava di non essere riuscito a prenotare la visita o l’esame nei tempi prescritti dal medico (comunicato stampa unitario a questo link).

Quasi in concomitanza con l’inizio del confronto coi sindacati, lo scorso anno la Regione ha avviato un piano di recupero delle liste d’attesa (il nostro commento a questo link), “aggredendo” gli arretrati per blocchi di priorità. Prima le prestazioni arretrate di fascia U (urgenti) e B (entro i 10 giorni), smaltite entro l’estate 2023. Poi quelle arretrate in fascia D (entro 30 giorni) e successivamente quelle in fascia P (entro 60/90 giorni). Da quel che la Regione comunica nell’interlocuzione coi sindacati, che continua ancora in questi mesi, la situazione a oggi è molto migliorata, anche se non del tutto normalizzata, in quasi tutte le Ulss.

LA “NUOVA” POSSIBILITÀ: L’ATTIVITÀ INTRAMOENIA AL COSTO DEL TICKET

La norma statale alla quale la circolare del dg Annichiarico dà finalmente applicazione è del 1998. È il decreto legislativo n. 124 che, all’art. 3 comma 13, recita:

«Qualora l'attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato […] l'assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell'ambito dell'attività liberoprofessionale intramuraria, ponendo a carico dell'azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell'azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l'effettivo costo di quest'ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti.

Nel caso l'assistito sia esente dalla predetta partecipazione l'azienda unità sanitaria locale di appartenenza e l'azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione corrispondono, in misura eguale, l'intero costo della prestazione».

La traduzione dal burocratese è che se il CUP fissa la visita oltre i termini prescritti dall’impegnativa del medico, l’utente può chiedere all’Ulss di ricevere la prestazione in regime di libera professione intramuraria pagando al massimo il costo del ticket. Non pagando nulla se risulta esente. Nella circolare il dg Annichiarico precisa che la richiesta alle Ulss deve avvenire in via formale e con allegate l’impegnativa e il promemoria del CUP, dove si attesta che il primo appuntamento utile proposto non rispetta i tempi di prescrizione. L’Ulss ha l’obbligo, citando la circolare, «di prendere in carico l’utente e rispondere al suo bisogno di salute».

Commenta Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto: «In pratica, finalmente la Regione oggi dà alle Ulss le indicazioni per garantire un pezzo di quel “percorso di tutela” che noi sindacati sapevamo esserci, ma solo sulla carta. Con la nostra iniziativa già lo scorso anno avevamo divulgato questa possibilità, fornendo nelle nostre sedi il modello di raccomandata A/R da utilizzare in caso di visita o esami fissati in ritardo». Modello che trovate anche in allegato a questo articolo.

A QUANDO IL PERCORSO DI TUTELA?

Potersi rivolgere all’attività intramoenia al costo del ticket, come detto, è un pezzo del percorso di tutela, che ha le sue basi normative nel decreto legislativo n. 124/1998, ma che, soprattutto, è previsto dal PNGLA 2019-2021 (Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa). Piano che in Veneto, lo precisa Annichiarico stesso nella circolare di cui stiamo parlando, è ancora vigente (un suo aggiornamento è ora in valutazione in sede consiliare).

Il decreto del 1998, ancora all’art. 3 ma al comma 10, recita:

«le regioni disciplinano i criteri secondo i quali i direttori generali delle aziende unità sanitarie locali ed ospedaliere determinano […] il tempo massimo che può intercorrere tra la data della richiesta delle prestazioni […] e l'erogazione della stessa. Di tale termine è data comunicazione all'assistito al momento della presentazione della domanda della prestazione, nonché idonea pubblicità a cura delle aziende unità sanitarie locali ed ospedaliere».

Questo è un aspetto, di informazione e di trasparenza, su cui le Ulss venete sono in ritardo. E da questo aspetto, poi, dovrebbe scaturire da ogni Ulss la definizione di un percorso di tutela dell’utente in caso di liste d’attesa. Il nostro impegno e la nostra vigilanza su questo tema continua.