Su TV7 facciamo il punto della situazione sulla “questione femminile”

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03/11/2022



Ospite Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto

La questione femminile non ha età e, purtroppo, ancora non ha tempo. È facile dimenticare come alcuni diritti civili, dati per acquisiti oggi, siano il risultato di anni di battaglie, confronti, ricerca del compromesso migliore, che hanno visto le donne in prima linea da quando hanno smesso i panni dell’angelo del focolare. Anzi, hanno visto proprio le donne farsi portavoce di problemi che interessano tutti: se è vero che l’espressione "di genere" è ancora molto legata al femminile, perché sono le donne a partire ancora da una condizione di svantaggio, è vero anche che quando si parla di pari opportunità, queste sono trasversali. E molto c’è ancora da fare. Nei giorni si è insediata la prima donna al Governo del nostro paese, e nei giorni in cui è accesa in tutto il mondo la protesta per le repressioni in Iran dopo la morte di Mahsa Amini, la Fnp Veneto riflette e lavora sulla rappresentazione, partecipazione, opportunità e prospettive delle donne nella società. Di questo ha parlato Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, nell'ultima puntata di "Parliamo di..." andata in onda il 29 ottobre e che qui potete rivedere.

DONNE TRA RAPPRESENTAZIONE E PARTECIPAZIONE SOCIALE

Il percorso pubblico di partecipazione sociale, e quindi politica, delle donne nel nostro paese ha poco più di un secolo. E quanta strada è stata fatta? Senza un particolare ordine e senza completezza: diritto di voto, la legge sulla parità salariale, legge sul divorzio, diritto all’aborto sicuro, maternità pagata, congedi parentali, riconoscimento dei femminicidi come reati contro la donna in quanto tale… Quando le donne si sono fatte avanti, si sono conquistati diritti per tutti: lo sottolineava spesso Tina Anselmi alla quale, peraltro, abbiamo dedicato un’intera puntata per ricordare il suo impegno concreto a favore delle donne (si può rivedere a questo link). Spesso, la voglia di fare delle donne si ferma però nelle anticamere delle grandi stanze dei bottoni: perché? Quali sono gli ostacoli alla loro piena partecipazione alla vita pubblica? Anche per rispondere a queste domande la Fnp Veneto ha avviato un percorso di formazione per i coordinamenti di genere del sindacato, di cui abbiamo parlato in questo articolo.

 DONNE TRA OCCUPAZIONE E PREVIDENZA

Nel nostro paese viviamo questo controsenso: le donne studiano di più (il 22,4% è laureata rispetto al 16,8% degli uomini. Dati Istat 2020), ma lavorano di meno (il 49,4% delle italiane lavora contro il 67,1% degli uomini. Meglio in Veneto con il 57,7% delle donne occupate e il 73,5% degli uomini. Dati Istat 2022), e sono pagate di meno (nel settore privato le donne prendono mediamente 13,20 euro lordi l’ora, gli uomini 14,82. Dati Istat 2019). Se l’occupazione femminile di qualità non aumenta, anche domani avremo la situazione pensionistica di oggi, in cui in Veneto il 77% delle pensionate è nella fascia reddituale medio-bassa con un assegno fino a 1.750 euro lordi al mese. Ricordiamo, anche, che una posizione economica di svantaggio è una forma di violenza per le donne.

Su questo fronte il sindacato è attivo in molti modi, a partire dalla richiesta di rilanciare l’occupazione, soprattutto femminile, chiedendo e promuovendo anche politiche di vero sostegno alla famiglia e alla genitorialità, in modo che il lavoro di cura non sia esclusivamente scaricato sulle spalle della donna, che non deve essere costretta a scegliere tra carriera e famiglia. Parallelamente, il sindacato chiede anche che lo stesso lavoro di cura sia riconosciuto previdenzialmente: si parla spesso di calcolare un anno di contributi per la donna per ogni figlio, di calcolare contributi per chi fa da caregiver a un famigliare etc.

Ma ci sono altre questioni, come il riconoscimento dei contributi silenti: sono i contributi versati dai lavoratori (in massima parte lavoratrici) che hanno cessato il loro rapporto di lavoro prima del 1996 senza però raggiungere i requisiti minimi per andare in pensione. Dall’unico calcolo fatto, al momento risultano soldi “persi” per 7 milioni di cittadini. O la promozione del Fondo per casalinghe e casalinghi: è rivolto alle persone dai 18 ai 65 anni che svolgono lavori di cura non retribuiti per la famiglia, e permette di costruire una pensione con dei versamenti volontari. Non si tratta di grandi cifre, ma è un’opportunità per chi non può/riesce a lavorare: il nostro patronato Inas può dare tutte le informazioni, tutti i contatti si trovano a questo link oppure si può chiamare il numero verde 800 249 307.

MEDICINA DI GENERE PER UNA VERA PREVENZIONE

È la nuova frontiera della medicina, per tre motivi: il primo è che le donne vivono più a lungo degli uomini (84 anni contro 81), ma si ammalano di più e usano di più i servizi sanitari. Se si confrontano gli anni di vita in buona salute, quindi, il vantaggio di “vita in più” a favore delle donne viene perso. Inoltre, ormai la scienza ha dimostrato, ma non sufficientemente studiato, che uomini e donne hanno una predisposizione diversa a malattie diverse. Come è dimostrato che uomini e donne rispondono in maniera diversa ai farmaci, tuttavia nella sperimentazione clinica degli stessi le donne sono sottorappresentate. Sostenere la ricerca sulle differenze di genere su come si sviluppano le malattie, e su come si curano (soprattutto quelle croniche), significa curare meglio tutti e risparmiare. La Fnp Veneto il 17 novembre dedicherà un convegno proprio al tema della medicina di genere.

Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino all’8 novembre nella grafica.