Non autosufficienza | Servizi TV
24/02/2023
Ospiti Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, e Francesco Peron, ricercatore
Nell’ultima puntata di “Parliamo di…”, andata in onda il 18 febbraio e che qui potete rivedere, abbiamo presentato nel dettaglio la ricerca “Anziani, non autosufficienza e RSA: la situazione oggi e quale previsione al 2042”, i cui risultati principali erano stati illustrati in conferenza stampa il 31 gennaio, a questo link il comunicato. In studio la segretaria generale Fnp Veneto Tina Cupani e Francesco Peron, autore della ricerca insieme a Stefano Dal Pra Caputo. Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino al 28 febbraio nella grafica.
PERCHÉ ABBIAMO VOLUTO QUESTA RICERCA
Il 2023 è un anno cruciale per la gestione della non autosufficienza, soprattutto degli anziani: la legge delega “per la promozione della dignità delle persone anziane e per la presa in carico delle persone non autosufficienti” (prevista dal PNRR nella Missione 5 - Sociale) deve essere approvata dal Parlamento entro marzo 2023 (con i decreti attuativi da approvare entro marzo 2024). Mentre proseguono le tappe di attuazione del DM77 Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN (previsto dal PNRR nella Missione 6 - Salute).
Nel PNRR si parla poco di RSA: si privilegia la casa come primo luogo di cura, e non è un caso. L’82% degli anziani non autosufficienti è curato in casa dalle famiglie o da assistenti familiari. Ma come Fnp da anni promuoviamo la proposta di inserirle nel sistema territoriale sociosanitario. Le RSA Possono diventare “case della salute” che, con servizi semiresidenziali e residenziali, si integrano con l’assistenza domiciliare. Per questo obiettivo in Veneto è necessaria la riforma delle Ipab, legge dello Stato del 2000 qui ancora non applicata, anche se Giunta regionale dice che nel 2023 la porterà a termine.
Ecco, quindi, la necessità di fare una mappatura della situazione delle RSA in Veneto (l’oggi), per analizzare la loro importanza e vedere se esse saranno in grado di soddisfare i bisogni di domani. La ricerca ha, quindi, messo insieme l’analisi attuale e la previsione al 2042 dell’andamento demografico; dello stato di salute e dell’incidenza della non autosufficienza; l’offerta posti letto nelle RSA; la capacità reddituale degli anziani.
I RISULTATI PRINCIPALI
Da qui al 2042 in Veneto il numero di anziani con non autosufficienza grave aumenterà del 43,2%. E se il rapporto tra la popolazione over 65 anni e i posti letto nelle RSA resta quello di oggi, nel 2042 mancheranno all’appello 10.700 posti letto. Con due aggravanti: due terzi dei pensionati 60enni di oggi, che nel 2042 saranno 80enni, percepiscono una pensione inferiore ai 18.500 euro lordi l’anno, quando già oggi pagare una casa di riposo costa 21.900 euro l’anno. E andrà ad assottigliarsi per ragioni demografiche il cosiddetto “welfare familiare”.
LE 5 DOMANDE CHE HANNO TROVATO RISPOSTA
Qual è oggi e quale sarà nel 2042 la situazione della non autosufficienza fra gli anziani veneti?
Con l’invecchiamento, aumenta l’incidenza della cronicità e il rischio di sviluppo di una forma di limitazione all’autonomia. Condizioni queste che possono sfociare in non autosufficienza. Oggi la cronicità riguarda quasi il 74% degli anziani 65-74 anni, e oltre l’86% degli anziani over 75. Dai 55 anni in su, una persona su due ha una malattia cronica. La non autosufficienza grave riguarda il 10% degli over 65. In Veneto parliamo di 115.400 anziani, che saranno 165.200 nel 2042 (+43,2%). La crescita è più elevata per quanto riguarda gli over 75: da 102.105 nel 2021 a 156.378 nel 2042 (+53,2%).
Appare chiaro che sono necessari investimenti e politiche forti nella prevenzione e nella promozione dell’invecchiamento attivo. Un’azione di sensibilizzazione pubblica che deve coinvolgere tutte le età, e un’azione di formazione permanente degli attori sociali e sanitari coinvolti. Perché invecchiare “meglio”, scongiurando o allontanando nel tempo la condizione di non autosufficienza, si può. Ne abbiamo parlato diffusamente più volte, anche a “Parliamo di…” (la puntata del 25 febbraio 2022 si può rivedere a questo link), come nel nostro giornale Pensionati&Società col numero monografico “Vivere e invecchiare… felici, attivi e in salute”.
Che distribuzione hanno le RSA in Veneto? Ci sono territori con una minore copertura di posti letto?
Considerando solo le RSA con servizi per persone anziane non autosufficienti, in Veneto nel 2020 c’erano 347 strutture con 31.534 posti letto autorizzati, di cui 30.782 accreditati.
Mettendo in relazione il numero di posti letto e il numero di anziani presenti nei territori delle Ulss stesse, abbiamo visto che c’è una difformità tra Ulss e Ulss: il dato medio Veneto è di 2,76 posti letto autorizzati ogni 100 residenti over 65. Nelle Ulss 1 Dolomiti e 5 Polesana il dato è più elevato, in linea con la media regionale nell’Ulss 2 Marca Trevigiana, inferiore invece nelle Ulss 3 Serenissima, 4 Veneto Orientale, 6 Euganea e 9 Scaligera. Guardando, però, il dettaglio comunale, si vede che ci sono ampie aree scoperte (cioè con zero posti letto autorizzati) in una stessa provincia.
Quale sia il rapporto ottimale tra disponibilità di posti letto e presenza di over 65, è una domanda aperta. Tuttavia, la disomogeneità è evidente, tanto che molte famiglie trovano posto in strutture molto distanti dal luogo d’origine. Come Fnp poniamo forte, quindi, l’interrogativo su che tipo di programmazione si stia facendo.
C'è stato negli anni uno spostamento verso il privato delle RSA?
In Veneto dal 2016 al 2020 il privato autorizzato passa dal 47,9% dei posti letto totali al 49,6% nel 2020 (+1,7%). È in controtendenza solo Belluno: i posti letto pubblici sono passati dal 35,1% del totale al 53,2%. Dove si è avuto il “salto” maggiore verso il privato è Venezia: dal 56,9% nel 2016 al 63,8% (+6,9%) nel 2020.
Le RSA di oggi sono in grado di rispondere alle esigenze di domani?
Dato l’andamento demografico e l’incidenza della non autosufficienza, e tenendo come riferimento il rapporto posti letto/anziani di 2,76, abbiamo stimato che in 20 anni la domanda di posti letto crescerà: dai 31.534 del 2021 a 45.151 del 2042. Sapendo che a fine 2022 gli accreditamenti in Veneto risultano aumentati a 34.453, nel 2042 serviranno altri 10.698 posti letto.
È chiaro che il sistema pubblico e il sistema privato, singolarmente, non sono in grado di coprire la domanda di servizi che c’è oggi e che ci sarà domani. Ma il sistema pubblico deve interessarsi di più alle RSA, in termini sia di offerta che di coordinamento. Serve una riforma degli accreditamenti e un periodico controllo. Bisogna poi mettere mano oggi alle diverse professionalità coinvolte per rendere il lavoro in RSA appetibile: formazione adeguata, qualificazione professionale, giusto trattamento economico.
Gli 80enni di domani sapranno affrontare economicamente l'eventuale non autosufficienza?
Una RSA costa in media 21.900 euro l’anno (compresi i contributi regionali). La non autosufficienza in forma grave interessa mediamente gli 80enni: oggi hanno una pensione media di 18.818 euro lordi l’anno. Gli 80enni del 2041 sono i neopensionati di oggi (60-64 anni): la loro pensione media annuale è di 22.523, ma se andiamo nel dettaglio il 62% percepisce una pensione media inferiore a 18.448 euro lordi. Quindi, due terzi degli 80enni di domani non saranno in grado di affrontare economicamente l’eventuale non autosufficienza.
Cominciamo a vedere adesso gli effetti del sistema contributivo puro, che determina pensioni più basse rispetto al passato. È necessaria una riforma dell’intero sistema, ed è necessaria della buona occupazione perché senza contributi versati non c’è futuro previdenziale. E i contributi si fanno col lavoro adeguatamente pagato. Ne abbiamo parlato diffusamente nel convegno del 6 settembre 2022 "Calo demografico: quali ricadute sul sistema socio previdenziale" (i dettagli a questo link).